Riportiamo la testimonianza dei genitori di don Edoardo Gnocchini e di don Edoardo stesso, ascoltata domenica pomeriggio in basilica durante l'appuntamento conclusivo della Settimana di preghiera per le Vocazioni.
Sono entrato nel cammino di discernimento vocazionale dei salesiani nel 2002 quando avevo 21 anni e frequentavo il terzo anno di università presso il Politecnico di Milano. Conoscevo già i salesiani avendo frequentato le scuole medie e superiore presso le Opere Sociali Don Bosco di Sesto San Giovanni. Negli anni della scuola superiore mi sono appassionato allo stile educativo salesiano e al carisma di Don Bosco. Entrai a far parte di un movimento missionario e feci anche un’esperienza missionaria estiva in Etiopia.
Durante l’anno di discernimento presso la comunità salesiana di Milano capii che il Signore mi chiamava a diventare religioso e sacerdote sul modello di Don Bosco, come tanti altri padri prima di me.
Entrai nel noviziato salesiano di Pinerolo (TO) nel 2003 e l’8 settembre 2004 emisi i primi voti religiosi.
Dopo gli anni di studio filosofico, il tirocinio pratico presso alcune opere salesiane delle Lombardia e dell’Emilia Romagna, e dopo gli studi teologici che ho compiuto in lingua inglese a Gerusalemme dal 2009 al 2013, sono stato ordinato sacerdote il 22 giugno 2013.
Dal 2013 al 2014 sono stato incaricato delle comunità di accoglienza per minori dell’opera salesiana San Domenico Savio di Arese e dal 2014 ad oggi sono responsabile pastorale presso le scuole superiori dell’Istituto Sant’Ambrogio di Milano, inoltre sono l’incaricato della cosiddetta Comunità Proposta, ossia la comunità dei giovani in discernimento vocazionale.
Perché salesiano? Anzitutto perché la vocazione non te la dai da solo, è una risposta a una chiamata. Bisognerebbe chiederlo al Signore! Del carisma di Don Bosco mi ha sempre appassionato la dedizione ai giovani, specialmente quelli più in difficoltà. Essere salesiani significa essere padri per tanti ragazzi.
Don Edoardo
Famiglia Culla delle Vocazioni Sacerdotali
Ci siamo sposati nel lontano 1980 e siamo andati a vivere a Sesto S. Giovanni. Nel 1981 è nato Edoardo e la nostra famiglia si è allargata ulteriormente tre anni dopo con la nascita di Federico. Eleonora si è fatta attendere ancora qualche anno, e con il suo arrivo abbiamo traslocato a Besana nel 1998.
La nostra è una famiglia come tante altre, unita, con tante cose belle condivise (ancora oggigiorno si festeggiano le festività e i vari anniversari in famiglia con nonna, zii e parenti, “covid” permettendo), ma anche con qualche dispiacere e dolore.
I ragazzi sono cresciuti diremmo bene, anche se da adolescenti i loro problemi li hanno dati! Una vita familiare semplice la nostra, fondata su valori e gesti altrettanto semplici come il senso del dovere, la fedeltà, il rispetto e l’aiuto reciproci, l’onestà e la preghiera (le preghiere al mattino ed alla sera erano, allora, recitate assieme, così come insieme ci si recava alla Santa Messa domenicale).
Per i nostri figli abbiamo scelto le scuole cattoliche paritarie (asilo, elementari) ed infine le scuole salesiane. I ragazzi trascorrevano buona parte del loro tempo libero in oratorio prima a Sesto, poi a Besana, e nelle varie attività di volontariato organizzate dai salesiani per le missioni, in particolare con l’associazione “Amici del Sidamo” che opera in Etiopia, dove anche i nostri figli si sono recati per un breve periodo, e nel Movimento Giovanile Salesiano. Queste attività sono state una loro libera e convinta scelta, tanto da riuscire a coinvolgere anche noi genitori.
Come genitori siamo sempre stati vicino ai nostri ragazzi, accettando e qualche volta discutendo sulle loro scelte ma cercando sempre di non imporci, lasciando loro anche la libertà di sbagliare. Noi adulti abbiamo l’esperienza che manca ai nostri figli ma essi hanno il senso del loro presente. Ancora oggi però, ridendo, i ragazzi ricordano al papà una sua “celebre” uscita: “Voi siete liberi di fare quello che volete, basta che fate quello che dico io”.
Con il matrimonio di Federico la famiglia si è ingrandita con quella di Elena e con l’arrivo della nipotina Ginevra, mentre con don Edoardo ci siamo ritrovati in una grande famiglia allargata, quella Salesiana.
Quando Edoardo ci ha comunicato che voleva entrare nella Congregazione Salesiana siamo rimasti “basiti”; Edoardo a vent’anni aveva una vita piena: frequentava l’università (si stava laureando in ingegneria meccanica), era attivo nel volontariato ed aveva molteplici amici e amiche e non era mai fermo. Anche se inizialmente la sua scelta ci ha lasciati perplessi, seguendolo poi durante il suo cammino, siamo arrivati ad accettare la sua volontà di diventare sacerdote, e col tempo ne siamo stati contenti.
Armando e Nicoletta