Diceva san Paolo: "Dimentico del passato, proteso verso il futuro, corro verso la meta per arrivare al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù" (Fil 3,13-14).
Certo lo sguardo al futuro libera il nostro cuore da false presunzioni e lo lancia verso l'altro con cuore nuovo. La vita allora si fa una corsa, costante e rinnovata. Un pellegrinaggio, dove anche nella valle del pianto si cambia in una sorgente.
Spesso ci sentiamo come trapezisti che si lanciano con trepidazione e sicuri che nel lanciarci saremo afferrati da mani forti. Afferati da Cristo Gesù. Ci lanciamo sicuri perchè amati da Cristo, obbediamo perché amati.
E perciò, proprio perché avvertiamo questa sicurezza che Dio ci dona, la possiamo donare agli altri. Afferrati, ma non arrivati! Questo è il fulcro delle nostre relazioni.
Tutto cambia se ci sentiamo realmente discepoli e non maestri. Anche quando lo dobbiamo essere per gli altri, il nostro tono non sia mai quello della presunzione, ma della condivisione; mai del vanto, ma sempre della ricerca; mai di chi è arrivato, ma sempre di chi cerca; mai di chi ha paura, ma sempre di chi si lancia, certo di essere afferrato da Cristo.
In questo tempo di Avvento, cerchiamo la relazione con Colui che afferrando la nostra vita, non ci lascia in balia delle vicende del mondo. Solo in Lui ci sentiamo sicuri ed 'a casa'!