EDITORIALE: Vita della Comunità 5 dicembre
Padre celeste, nella tua mano tieni le anime nostre a te affidate, quelle dei vivi e quelle di coloro che sono morti. A te, Signore, Dio di verità, a te, ecco io affido lo spirito che è in me. Padre celeste, uno solo è il tuo nome,immutabile sei, la tua esistenza, il tuo regno sono eterni e in eterno regnerai su di noi!
Alla sera gli ebrei concludono la loro giornata con questa dolce e fiduciosa invocazione. In sintonia con la comune fede biblica potremmo far nostra questa preghiera che è celebrazione della signoria assoluta di Dio ed espressione dell'abbandono totale del fedele alle braccia del Padre celeste.
Il testo ricorda il salmo citato da Gesù pochi istanti prima della sua morte: "Padre nelle tue mani consegno il mio spirito". Nel tempo di Avvento che stiamo vivendo, ci sentiamo avvolti e travolti da preoccupazioni e tribolazioni. Sembra che la nostra vita ed il nostro futuro siano incerti e lasciati 'al caso'. E questo ci fa paura!
L'uomo contemporaneo si sente 'solitario' ed a volte perduto in un mondo che gli pare ostile, scivolando nelle sabbie mobili del dubbio. Egli ricorre alle illusioni della ricchezza, del piacere, del potere; si aggrappa ai valori pur nobili dell'amicizia, della solidarietà. Eppure continuano a serpeggiare paura, sfiducia e noia.
Occorre cercare le mani di Dio, nelle quali tutta l'umanità è contenuta. Non perdiamoci d'animo, con fiducia e speranza, ogni giorno, viviamo confidando nella Grazia che il Signore non ci fa mancare, anche se permette prova e fatica. Non scoraggiamoci mai, siamo tenuti forti dalle Sue mani!
Recita il Talmud: "Signore, Tu sei la mia roccia ed il mio rifugio; se è avversa la sorte, Tu sei il riparo, a te affido il mio spirito nel sonno ed al risveglio. Spirito e corpo affido nelle tue mani perché Tu mi protegga. E non temo".
don Mauro, parroco