Siamo nella settimana dell'educazione, sostenuti dalle preghiere di santa Agnese e di san Giovanni Bosco!
Siamo provocati a progettare una nuova pastorale che veda nei giovani i costruttori di un futuro aperto, dinamico ed accogliente.
Il cuore dei giovani deve divenire spazio di autostima perché si sente chiamato ed amato; consapevole che le due fondamentali dimensioni di ogni giovane, la relazione e la collaborazione, si fanno intreccio e rete di speranza. Un intreccio che diviene matura responsabilità educativa.
Se ti senti chiamato a relazioni libere, anche la tua vita matura attorno ad un progetto: non vivi in attesa di un destino, ma ti impegni in una progettualità. Guardi avanti e senti il cuore pulsare. Fai esperienze autentiche di volontariato e di servizio per i più piccoli e bisognosi.
La giornata diventa occasione per vivere di ottimismo che ti mostra il bene che sta già maturando in te ed attorno a te. E così, con questo stile di relazioni nuove, il giovane sente attorno al suo progetto di speranza non dei frammenti, ma sinergia feconda tra le diverse agenzie educative: famiglia, scuola, comunità cristiana.
Scrivo, quasi sulla 'lavagna della vita' queste sette parole che dovrebbero intercettare ogni progetto di attenzione ai giovani: Autostima, Relazione, Responsabilità, Progetto, Esperienze, Ottimismo e Sinergia educativa.
La santa Famiglia di Nazareth accompagni questo compito educativo, quanto mai urgente oggi!