Scherzava volentieri su quella sigla che simpaticamente riassumeva il suo nome. Tre P, cioè le sue iniziali: padre Pino Puglisi.
Egli ha saputo camminare a testa alta e voleva che i suoi ragazzi camminassero così. Non mafiosi, dal collare scintillante, ma ragazzi veri, che frequentavano il centro Padre Nostro, da lui creato, proprio perché ogni bambino avesse un orizzonte grande come il cielo.
A loro ha insegnato le regole del gioco, da quelle del pallone a quelle del campo estivo. Lui faceva il prete e lo faceva bene, pregando, annunciando il Vangelo con chiarezza, vivendo in stile di vera povertà, libero dal denaro e dagli schemi di giudizio.
Ma proprio perché era libero, faceva paura. In un mondo condizionato dal denaro o dal compromesso, solo un prete povero e libero poteva chiamare 'bestie' i mafiosi. Li trattava male, li svergognava pubblicamente, per la loro viltà, perché operavano di notte, nel buio. Comunque li voleva anch'essi liberi. Dalla paura, dalla violenza, dalla morte.
E' morto per questo. Agnello innocente condotto al macello. Solo,molto solo, troppo solo!
Ma chi vuole essere come Gesù, si trova sempre solo!