Stiamo vivendo giorni densi di preoccupazione per le sorti del mondo. La guerra in atto tra Russia ed Ucraina, le altre guerre nei diversi paesi del mondo, ci inquietano. La domanda che più di ogni altra abita il nostro cuore è: 'Cosa possiamo fare?'
Di fronte alla nostra impotenza occorre confidare nel Signore affidandoci a Lui con la preghiera incessante. L'arma è proprio la preghiera.
Non è facile, e non subito si avvertono i 'risultati'! Ecco perchè san Paolo, scrivendo ai Filippesi (1,3-11) crea un simpatico 'quadrilatero': ricordo-ringrazio-prego-amo. La preghiera resta la grande arma per invocare la pace ed il perdono!
Senza preghiera, senza il cuore rivolto alla croce di Gesù, a quelle parole di Grazia dettate dal cuore trafitto d'amore di Gesù... non è possibile pensare al perdono, alla riconciliazione ed alla pace.
Qui si colloca la grande passione positiva dell'intercessione. Bonhoeffer diceva: "O una comunità cristiana vive dell'intercessione o perisce! Non posso giudicare od odiare un fratello per il quale prego, per quanta difficoltà io possa avere ad accettare il suo modo di essere o di agire. Il suo volto, che forse mi era estraneo o mi riusciva insopportabile, nell'intercessione si trasforma nel volto di un fratello per il quale Cristo è morto, nel volto del peccatore perdonato..."
Ma ancora, nel tessuto meraviglioso dei Padri della Chiesa, si innesta una bella espressione di Aristide: "Non vi è nessun dubbio: è a causa della intercessione dei cristiani che il mondo sussiste!" (apol, XVI,1).
Avanti con coraggio in questo tempo di 'tribolazione': sia lo stile di Abramo, che fa suo il peccato di Sodoma e strappa a Dio la riconciliazione e con essa il dono della pace!