Forse anche noi qualche volta abbiamo percorso le strade, come quel pomeriggio di Pasqua per i due discepoli in fuga da Gerusalemme, diretti ad Emmaus.
Il loro volto era scuro, deluso il cuore, triste l'animo. Silenziosamente Gesù si avvicina a loro, dialogando con cordialità e rispetto. Il passo rallenta per ascoltare una parola che conforta ed apre il cuore.
Anche la mente si apre, per comprendere il misterioso agire di Dio, che parla tramite gli avvenimenti della vita, soprattutto quelli difficili e misteriosi. Nasce un invito mentre il sole tramonta: "Resta con noi, perché si fa sera".
Attorno al tavolo, nel pane che si spezza in quel gesto antico e nuovo, anche gli occhi dei due amici si aprono. E riconoscono in quel viandante l'amico Gesù, vivente e risorto. La vita cambia per un incontro!
Scrive san Paolo: "Corro anch'io dietro Colui che mi ha cercato ed amato per primo..."
La vita diventa così una risposta, non una conquista. Una vocazione, non un progetto privato; una chiamata ad annunciare la strada della luce ad un mondo spesso stanco, smarrito ed avvolto dal buio delle tenebre.
Occorre fare 'esperienza' di Gesù, sentirlo amico, vicino e leale. Occorre aprire il cuore, ascoltare la parola, fissare il nostro sguardo sul suo volto. In questa ottava di Pasqua sia questa la nostra preghiera ed il nostro impegno.