Leggiamo nella Bibbia che il profeta Samuele è inviato da Dio a scegliere il nuovo re. O meglio, non è lui a scegliere, ma Dio lo ha già scelto, lui lo deve intuire.
Samuele si lascia guidare dall'apparenza, dall'esteriorità, guardando l'aspetto fisico e l'imponenza della statura del giovane che incontra nella casa di Jesse, la bella famiglia dove Dio ha attuato la scelta del futuro re, successore di Saul. Del resto, Saul, il re in atto, è grande e forte; è grande e forte deve essere, naturalmente, il futuro re!
Così il profeta, tra i sette figli di quella casa, si dirige subito verso il più grande, attratto appunto dall'altezza del giovane. Ma la voce di Dio lo sconcerta e lo contesta, suggerendogli di guardare al cuore, non al fisico: "Io non guardo a ciò che guarda l'uomo. L'uomo guarda le apparenze, Dio guarda il cuore" (1 Sam 16,7).
E' il cuore di Dio che detta leggi nuove. Realmente controcorrente, cuore a cuore. Per quella voce, Samuele scarta uno ad uno i sette figli più grandi di Jesse, con una rassegnata domanda finale: "Ma sono qui tutti i tuoi figli?".
Cui fa eco una altrettanto sconcertante risposta: "Rimane ancora il più piccolo, che sta a pascolare il gregge". Jesse non lo ha nemmeno preso in considerazione.
Entra per ultimo e sbaraglia tutti: "Era fulvo dai begli occhi e gentile di aspetto!". Su di lui, su quello scartato, sul più piccolo e poco apparente, scende lo Spirito del Signore!