Rubo questa parola insolita a don Tonino Bello, per meditare sulla morte, perché oggi di morte non si parla mai. La si vede, ma non se ne parla mai se non in termini emotivi, che durano ben poco.
Perché si tenta da sempre di cancellarla dal nostro cuore! Senza la meditazione delle 'cose ultime' non si cammina a testa alta, non si spera più.
E' solo la luce del cielo che illumina la terra; solo da una visione serena e coraggiosa delle cose ultime, che si ritrova la luce e la forza del bene, di quelle ultime e non solo delle penultime.
E' appunto l'ulteriorità, cioè la gioia di sfondare il muro d'ombra che ci avvolge, per qualche attimo, per fare entrare nel buio della nostra storia, oggi così assurda e così oscura,un fascio di luce potente, in grado di ridare speranza. Da quel fascio di luce, tutto riprende forza.
Come per san Giovanni Bosco; la sua tenacia, quasi caparbia, di volere avere un luogo di rifugio per i suoi ragazzi di strada, che nessuno voleva tra i piedi, per il loro chiasso e pericolosità.
Solo la luce della fede lo ha sostenuto, solo contro tutti, allontanato e pur stimato. Chiediamo proprio questa tenacia, frutto della fede illuminata dalla meditazione sulla morte.
L'ulteriorità ci dia quel discernimento necessario per poter vedere sempre il bene!