Nonostante l'impegno dell'uomo a togliere la prova, il dolore e la sofferenza, sembra tutto uno sforzo inutile! Fatto per essere felice, spesso passa nella tristezza la sua giornata! Mi è capitata tra le mani una pagina di un filosofo dove mi ha colpito questo passaggio: "Per la felicità avviene come per la verità: non si ha, ma ci si è!"
La felicità non è un possesso, al massimo lo è il piacere. La gioia vera è, invece, un dono che avvolge, è una specie di abbandono ad un'onda che ci porta, è una realtà che penetra in noi,circola nelle nostre vene, ci trasfigura. Essa può persino coesistere con una vita aspra, può coniugarsi anche con la quotidianità amara, come insegnano le beatitudini evangeliche.
Non è infatti lo scansare il dolore che guarisce l'uomo, ma la capacità di accettare la tribolazione ed in essa di maturare. E' per questo che la gioia è affine all'amore. E' un dono, una sorpresa. Essa non può essere distrutta neppure dal dolore: nessuna sofferenza, nessuna umiliazione hanno il potere di spegnere la gioia essenziale che è in noi.