Mi è capitato tra le mani un testo di Padre Turoldo. Lo apro a caso e mi colpisce questa frase: "Tempo è di ritornare poveri per ritrovare il sapore del pane, per varcare sereni la notte. E non chiedere nulla.."
Facile è intuire in queste poche righe le due realtà che spesso sono ignorate, anzi temute e sbeffeggiate nella società contemporanea: la povertà e la sobrietà.
"Siamo cercatori di felicità, appassionati e mai sazi. Questa inquietudine accomuna tutti! Non può essere che così: è la nostra vita quotidiana il luogo da cui sale la sete di felicità. Quale felicità cerchiamo? La nostra esperienza quotidiana è spesso tentata di cedere alla rassegnazione, oppure si spalanca continuamente verso una forte necessità di speranza. La speranza ha a che fare con la gioia di vivere. Suppone un futuro da ottenere, da preparare e desiderare".
GIOVEDI' 8 GIUGNO - ORE 21.00 presso il CENTRO CULTURALE SAN CLEMENTE (via Negrinelli a Cazzano) don SERGIO DELL'ORTO, attraverso la spiegazione di due opere d'arte, ci aiuterà a capire meglio due beatitudine insegnateci da Gesù.
Beati i miti perchè erediteranno la terraGESU' DAVANTI A CAIFA di GIOTTO Beati gli operatori di pace perchè saranno chiamati figli di DioLA PARABOLA DEL SERVO MALVAGIO di FETTI
Per saperne di più consulta il volantino allegato.
"Soprattutto sii buono: la bontà è quanto assomiglia più a Dio e più facilmente disarma gli uomini". E' un frammento della lettera che un domenicano nel 1852 ha scritto ai suoi giovani. Mi pare alquanto attuale per tutti noi! La bontà è una qualità che trasfigura anche il corpo, si irradia sul volto stesso; la bontà è superiore alla genialità.
Ascoltando le confessioni di alcune mamme, per la Cresima dei loro figli, sono stato provocato a riflettere sul dono meraviglioso della maternità. La mamma è la più grande invenzione del Creatore: una creatura che sa sacrificare se stessa per la vita che porta in grembo. La storia ha conosciuto madri eroiche, ma ogni giorno nel silenzio e nel nascondimento tante mamme vivono e soffrono per i loro figli.
Nove. Si, solo nove. Un numero che suscita domande, forse preoccupazione. È dal 1918 che non si vedeva un numero così basso tra i preti novelli. E c’era una guerra mondiale in corso! Eppure è così. Viviamo un tempo diverso, ricco di contraddizioni ma sereno (almeno all’apparenza), dove l’amore per Cristo e la sua Chiesa ancora affascina e innerva le nostre città, come la recente visita del Papa a Milano ha dimostrato.