Cento parole di comunione

Nella sinagoga di Nazareth, parole di grazia uscivano dalla bocca di Gesù! Parole di immensa dolcezza, che lasciavano meravigliati gli ascoltatori, di fronte alla straordinaria attualizzazione della Parola di Isaia. 

L'attualizzazione della Parola, ieri come oggi, è sempre Gesù in persona, con quella sua forza penetrante di presenza che scardina ogni nostra idea di Dio. Ieri, tra quelle pietre che lo avevano visto bambino, dai dodici anni in poi.

Succede nelle nostre famiglie che a volte il marito ha scelte diverse da quelle della sposa. La moglie in chiesa ed il marito che non ne vuole sapere! 

Una condizione che già ai tempi della chiesa primitiva esisteva, con mariti pagani, contrari alla vita cristiana. 

Ecco allora un preziosissimo consiglio, che si estende anche verso i nostri figli che non vogliono più andare in chiesa anche se educati bene. Che fare? 

Abbiamo iniziato il tempo della Quaresima, che ci porterà a celebrare la Pasqua, alleanza rinnovata tra Dio e l'uomo nella morte e risurrezione di Gesù! 

In questo tempo di grazia sentiremo l'uso di questi aggettivi possesivi:" Io sono il loro Dio ed essi il mio popolo" un intreccio, come l'ordito e la trama di una reciproca fedeltà che ogni giorno si tesse attraverso piccoli gesti quotidiani di amore  e di dedizione al regno di Dio. 

Abbiamo celebrato ieri la XXXII giornata mondiale dei malati. Ritornando con il pensiero grato a Lourdes, alla grotta di Massabielle, dove Bernardetta, una ragazzina di 'poco valore', diviene simbolo di chi sa cercare il volto di Dio con cuore libero.

Il suo volto infatti è limpido, puro ed umile. Dio non sceglie chi è forte, chi è certo, chi sa tutto, chi si impone. Il Cielo ha altri criteri per svelarsi: la purezza di cuore, la limpidezza di intenti, la chiarezza di obiettivi. E sopratutto una grande umiltà! 

Abbiamo celebrato ieri la giornata della Vita..La vita si è fatta visibile, si è innestata nel grembo delle nostre mamme che hanno donato la loro creatura a Dio, in un tripudio di luce. 

Ogni volta che celebro il battesimo, mi commuovo al pensiero di questo mirabile ed unico dono! 

Poche cose ma ben precise chiedo a Dio, per intercessione di san Giovanni Bosco, ogni volta che celebro la sua festa: poter amare i giovani fino in fondo, così come sono. 

Sono certo che un forte amore dona loro la reale consapevolezza di sentirsi amati, elemento indispensabile per un cambaimento:" Che i giovani sappiano di essere amati", ripeteva spesso don Bosco! 

C'è un brano delicatissimo nel libro della Genesi al capitolo 21, carico di forti sentimenti materni e femminili.

Si parte da un evidente clima di gelosia tra Agar e Sara, in relazione ai loro due bambini, che giocano istintivamente insieme. Ma Sara non soporta questa frequentazione e chiede l'allontanamento della rivale. 

Dio non si scandalizza, non ne resta impressionato. Anzi concede questo permesso ad Abramo, perché sa di farne un germoglio di un popolo nuovo, di una nazione grande.

Abbiamo celebrato la festa della Divina Maternità di Maria: Dio si fa carne nella sua vita fragile. 

Maria è 'modello' di relazione con la Parola. Maria 'discepola anch'essa', come ognuno di noi! Discepola prima che madre. Anzi, madre poiché discepola. 

Lei sapeva gustare la Parola con due gesti e due verbi che san Luca ben descrive: serbare e meditare. Due intrecci, come la trama e l'ordito. 

Sul Calvario, le mani di Maria si aprono. Non più per un piccolo da stringere al seno, come a Natale, ma per un Figlio ucciso, straziato, schiacciato come un verme, che gli uomini hanno rifiutato. 

Perché Lei, solo Lei, ancora Lei lo sa accogliere ed amare, con quelle mani che ancora una volta, accolgono, amano, custodiscono, stringono, difendono, leniscono e depongono. 

Gesù nel Vangelo ci dice:"Date in elemosina..", che non è semplicemente l'euro dato a chi incontriamo per strada, ma all'elemosina che diventa impegno coerente. 

Questa città, questa nostra terra ha bisogno di tempo per l'altro! Guai al 'rifugio' nel privato, guai a tenersi chiusi nelle case, guai a non perdere la vita per gli altri. 

Sì, invece, a ciò che diamo all'altro che non è solo lo spicciolo ma soprattutto il tempo, la passione, il cuore. Ed è  bellissima questa frase;"Date in elemosina e tutto diventerà bello!"